È iniziato anche quest’anno il mese della Finanza Etica, trenta giorni in cui i gruppi delle socie e di soci di Banca Etica organizzano in ogni angolo d’Italia, iniziative culturali, momenti di incontro e feste per diffondere quanto di bello, buono, sostenibile e profittevole mette in circolo l’uso responsabile del denaro.o numerosi.

Se dovessimo evidenziare gli elementi fondamentali su cui articolare proposte alternative nella sfera economica, uno di questi sarebbe senza dubbio il consolidamento dei processi di costruzione dei beni comuni dove importano le decisioni più giuste, non quelle che obbediscono agli interessi particolari, o alle richieste dei più potenti.
Processi che rappresentano, nel loro senso più profondo, una proposta cooperativa che suppone, in questo tempo governato dalla razionalità economica (individualistica, acritica, competitiva...) un'autentica rivoluzione che consenta di trasformare la nostra società. Una rivoluzione che, essendo chiaramente culturale (etica, dovremmo dire), deve essere orientata oggi con chiarezza verso il sistema economico, come un ambito in cui si definiscono la maggior parte delle dinamiche su cui questa società si sta costituendo.

A metà settembre in tutta Europa sono state organizzate oltre cento manifestazioni e iniziative in occasione dei dieci anni dal fallimento della Lehman Brothers. Un momento per ricordare l’evento simbolo della peggiore crisi finanziaria della storia recente, ma anche e soprattutto per aprire una riflessione. Com’è possibile che malgrado le promesse e le dichiarazioni di politici e capi di Stato non siano cambiate le regole del gioco? Che, dopo i disastri combinati, la finanza sia ripartita come - se non peggio - di prima? Che oggi le principali istituzioni tornino a denunciare l’instabilità e il rischio di una nuova bolla? Soprattutto, cosa potremmo fare per cambiare rotta?

La recente crisi finanziaria mondiale ha di fatto segnalato la fine o il fallimento di un modello di società in cui gli attori dell’economia e della finanza non erano chiamati a rispondere delle conseguenze sociali e ambientali che le loro azioni provocavano e i cui costi gravavano sui popoli: aumento della povertà e dell’esclusione sociale ed economica di fasce sempre più ampie di persone, disgregazione sociale delle comunità, aumento degli effetti devastanti dei cambiamenti climatici, aumento del divario tra i vari nord e sud del mondo, perdita del ruolo della politica nella realizzazione di un benessere diffuso. Tra i vari indicatori di questo stato delle cose: il proliferare dei conflitti e l’aumento dei flussi migratori.

I soldi hanno un colore. Quelli dei casinò alludono al grigio delle sale da gioco; i soldi che finanziano armi prendono il nero del lutto; quelli investiti in diamanti sono rossi del sangue delle tante persone sfruttate in quella filiera. Ma poi ci sono i soldi che migliorano la vita delle persone, e allora il colore cambia e diventa celeste se aiutano a realizzare il progetto di una famiglia; giallo se illuminano il futuro di una giovane studentessa; verde se accendono di speranza un percorso di inclusione di una persona migrante.