Banca Etica esprime soddisfazione per il via libera dell'Europarlamento al “PMI Supporting factor”. Scongiurata una nuova stretta creditizia ai danni delle piccole e medie imprese e delle imprese sociali

Nell'ambito dell'iter di approvazione della riforma delle normative internazionali sul credito (c.d. Basilea 3), lo scorso 14 maggio la commissione Affari economici e finanziari presso l'Europarlamento, in sede di discussione della direttiva “Capital Requirement Directive” ha accolto l'emendamento promosso nei mesi scorsi da Abi, Confindustria, Alleanza delle Cooperative, Banche di Credito Cooperativo e Banca Etica, riguardante l'introduzione del "Pmi supporting factor": una misura che può contribuire - a costo zero - ad alleviare il credit crunch.

Il "Pmi supporting factor" è un moltiplicatore dello 0,7619 da applicare a valle del “risk weighted asset” (ovvero il patrimonio ponderato per il rischio) e che permette alle PMI di beneficiare di una ponderazione pari al 8% anziché al 10,5% come voleva la nuova versione della normativa Basilea 3.

La misura rientrava tra le proposte presentate dal Presidente di Banca Etica, Ugo Biggeri, in sede di audizione alla Camera dei Deputati lo scorso 15 febbraio.

“Basilea 3 prevede criteri sempre più stringenti per l'erogazione di prestiti alle imprese da parte delle banche - spiega Biggeri. Criteri che rischiano di penalizzare ulteriormente settori cruciali dell'economia italiana come le piccole e medie imprese e le imprese sociali, cui Banca Etica si rivolge con particolare attenzione. Ci auguriamo davvero che il voto definitivo dell'Europarlamento, previsto entro luglio, confermerà l'introduzione del PMI Supporting Factor permettendo così alle banche di continuarne a sostenere il tessuto produttivo italiano e in particolare a Banca Etica di far crescere ancora le erogazioni a favore del Terzo Settore e delle imprese sociali, che rivestono un ruolo sempre più strategico nel welfare del nostro Paese”.