CAPITALIZZAZIONE E INNOVAZIONE FINANZIARIA PER L’IMPRESA SOCIALE POST COVID

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CAPITALIZZAZIONE E INNOVAZIONE FINANZIARIA PER L’IMPRESA SOCIALE POST COVID

19 Agosto 2020

In collaborazione con ISNET

Le risorse finanziarie rappresentano uno strumento importante per le imprese sociali interessate a realizzare innovazioni capaci di generare bene comune. Gli studi più recenti hanno rimarcato l’importanza di usare in modo strategico il mix delle diverse soluzioni di finanza sociale ad oggi disponibili, ulteriormente promosse dalla Riforma del Terzo Settore, sia attraverso misure fiscali per gli investitori (l’esenzione dall’imposizione diretta sugli utili reinvestiti, agevolazioni IRPEF e IRES) che attendono l’autorizzazione UE, che tramite una serie di strumenti innovativi: da quelli di capitale di rischio (equity crowdfunding), a quelli a debito (social bond, social lending). I dati dell’XI edizione dell’Osservatorio ISNET, mostrano una scarsa conoscenza di questi nuovi strumenti (64,5% degli intervistati), in particolare al Sud e presso le realtà meno strutturate (meno di 15 collaboratori, meno di 300.000 euro di entrate), facendo così emergere una esigenza di strumenti di accompagnamento.
Diverse realtà (23,5%) possono contare su altre fonti di finanziamento, mentre alcune (8%) temendo che il ricorso a strumenti innovativi possa determinare la perdita della governance della cooperativa, prediligono il ricorso a “soci sovventori” per il soddisfacimento delle proprie esigenze finanziarie.

Nuovi incentivi per la capitalizzazione post pandemia

A seguito dell’emergenza Covid-19, si sono definite nuove opportunità di acquisizione di risorse finanziarie. Il Decreto Rilancio, recentemente convertito in legge, ha previsto un credito d’imposta per gli investitori interessati a ridare slancio alle attività di medie dimensioni. Per il 2020 è stata così prevista la detraibilità (per le persone fisiche) o la deducibilità (per le persone giuridiche) del 20% della somma investita dal contribuente (max 2 milioni di euro) nel capitale sociale di una o più società (incluse le cooperative) che:

  • presenti un ammontare dei ricavi nel 2019 compreso tra 5 e 50 milioni
  • presenti una riduzione complessiva dei ricavi di almeno il 33% nei mesi di marzo e aprile 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente
  • abbia deliberato ed eseguito, dopo l’entrata in vigore del decreto ed entro il 31/12/2020 un aumento di capitale a pagamento ed integralmente versato
  • presenti situazione di regolarità contributiva, fiscale, edilizia, di tutela del lavoro e dell’ambiente

L’investimento dovrà essere mantenuto almeno fino al 31/12/2023 e consente, alle società interessate, di beneficiare di un credito d’imposta pari al 50% delle perdite eccedenti il 10% del patrimonio netto, al lordo delle perdite stesse, fino alla concorrenza del 30% dell’aumento di capitale stesso. E’ vietata la distribuzione di riserve prima del 1/1/2024. La misura è stata da poco oggetto di decreto attuativo e sarà operativa a breve. Le misure “anti-Covid” hanno peraltro rafforzato l’accesso al credito agli enti nonprofit, attraverso l’allargamento dell’accesso al Fondo Garanzia PMI.

Impatto sociale ed innovazione: siamo solo all’inizio

Ottenere risorse finanziarie per raggiungere obiettivi di innovazione e realizzare progetti richiede non solo una valida strategia, ma anche la capacità di dare evidenza dei risultati già raggiunti dalla propria attività. I sistemi di valutazione dell’impatto sociale rappresentano sicuramente una modalità efficace per fornire evidenze circa gli impieghi delle risorse per raggiungere determinati «cambiamenti sociali»; eppure, solo il 5,0% delle imprese sociali coinvolte nell’indagine ISNET dichiara di aver già identificato una modalità di definizione del proprio sistema di valutazione di impatto sociale.

Fonte: Osservatorio Isnet XI edizione

Interpellate sugli investimenti fatti, ben il 94% delle imprese dichiara di non aver raggiunto tutti gli obiettivi di innovazione. Tra le limitazioni endogene primeggiano la capacità organizzativa e creativa, l’attenzione alle opportunità e le resistenze interne al cambiamento; tra quelle esogene rientrano le risorse finanziarie e le risposte del mercato e dei partner.
I nuovi strumenti di finanziamento previsti dalla Riforma del Terzo Settore e dalle misure post-Covid rappresentano sicuramente una opportunità. Tuttavia l’interesse è legato alla consapevolezza sulle sfide e alla tipologia di strumenti. Ad esempio, le cooperative sociali sono interessate al crowdfunding donation (28%) mentre sono meno stimolate dai Mini Bond (11%). Mediamente sono le cooperative sociali più grandi (con volume di attività superiore ai 2 milioni di euro) a dichiararsi più interessate a questi strumenti (il 33%dichiara interesse per almeno uno strumento*). Emerge l’importanza di un approccio che contemperi risorse interne ed esterne, pubbliche e private, coerenti con un modello di impresa che non persegue la massimizzazione del profitto ma gli interessi dei propri soci e delle comunità. (*)

Dati XII edizione Osservatorio Isnet

I servizi di Banca Etica per il supporto alla crescita dell’impresa sociale

In questa fase di progressiva ripresa delle attività, le imprese sociali possono trovare negli strumenti finanziari un alleato per la definizione e realizzazione delle proprie strategie. Tra le prime soluzioni possibili vanno segnalate quelle che consentono il rafforzamento patrimoniale da realizzare coinvolgendo la base sociale e beneficiando delle misure messe a disposizione dal Decreto Rilancio.

Il prestito di capitalizzazione

Banca Etica supporta le imprese sociali attraverso il Prestito Personale di Capitalizzazione, il quale consente di aumentare il capitale sociale permettendo alle persone lavoratrici di diventare soci o aumentare le loro quote sociali. Il prestito consente di dilazionare l’investimento nel tempo, sfruttando condizioni vantaggiose riservate alle realtà convenzionate. Il prodotto è sottoscrivibile direttamente on-line e include un kit di comunicazione per la presentazione dell’offerta alle persone interessate.

L’equity crowdfunding

Cogliendo le opportunità rese possibili dalla Riforma del Terzo Settore, Banca Etica supporta la raccolta di capitale di rischio anche mediante l’innovativo canale dell’equity crowdfunding, attraverso le proprie partnership con Stars-Up ed Ecomill, valutando la possibilità di agire quale investitore professionale (sottoscrizione 5% del budget di raccolta previsto) verso i progetti ritenuti più promettenti sul piano dell’impatto sociale e ambientale. Il supporto all’accesso a strumenti di finanza innovativa si arricchisce anche attraverso la pagina dedicata a progetti supportati da Banca Etica sul portale di reward-crowdfunding Produzioni dal Basso.

Consulenza per l’accesso ai fondi di garanzia

In questa fase complessa, Banca Etica mette a disposizione una serie di strumenti per organizzazioni e imprese che includono finanziamenti tramite fondo garanzia PMI e fondo di garanzia EaSI (copertura fino a 80% di finanziamenti max 500.000 euro), anticipi su stipendi e imposte o contributi pubblici e linee di credito per fabbisogni di liquidità (durata max 36 mesi). La Banca ha inoltre predisposto ulteriori misure per l’accesso alla liquidità di imprese ed organizzazioni. Ricordiamo che i finanziamenti a enti e organizzazioni sono sempre realizzati con una duplice valutazione di merito creditizio, la quale affianca alla normale valutazione di sostenibilità economia la valutazione socio-ambientale, realizzata dai nostri soci valutatori e che permette all’ente richiedente di valutare la propria capacità di generare impatti positivi sulle persone e le comunità (guarda il Report di impatto sui finanziamenti realizzati nel 2019)

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